Perchè questo sito

Molti anni di attività giornalistica in varie testate provinciali e una certa (pur modesta) esperienza nella gestione di siti web mi hanno stimolato a creare un blog-osservatorio a quasi 360 gradi. Dico "360 gradi" perchè non mi piace l'idea di limitarne in qualche modo il campo. Aggiungo "quasi" perchè, realisticamente, non ho alcuna pretesa di occuparmi di tutto. Ma, a priori, non voglio fare alcuna esclusione.

Osservatorio Mantovano. In due sensi. Primo, perchè l'osservazione sarà svolta prevalentemente (ma non solo) da Mantova. Secondo, perchè riguarderà soprattutto (ma non solo) Mantova.

Perchè questo tipo di sito. Anzitutto perchè non c'è pubblicità. Poi perchè lo spazio è illimitato (una bellissima sensazione); questo aspetto è molto importante perchè non obbliga a contenere in margini prestabiliti la quantità dei titoli e dei contenuti.

Perchè un sito web. Perchè, come un libro, è una vetrina permanente di notizie che si ha intenzione di mantenere in evidenza. Ma anche perchè, come un giornale, può essere aggiornato continuamente. Inoltre perchè, teoricamente come la televisione e più rapidamente di un quotidiano, può venire aggiornato nel giorno stesso. Ma senza la pretesa di essere un libro, un giornale o l'equivalente della televisione. Insomma è un blog.

Blog. Ho già fatto altre esperienze (discontinue, tranne una) nella gestione dei siti web. Per la verità mi ero anche un po' stancato, perchè mi ero fatto condizionare dalla preoccupazione del numero dei visitatori (simile a quella ossessione nemica numero uno della cultura, che in TV chiamano "audience"). Poi un giorno, in una libreria, ho trovato un libro sui blog che mi ha rilanciato l'idea di ritornare a curare un sito web di stampo giornalistico, con la duplice funzione di mettere in vetrina quello che i mass media, condizionati in gran parte dalla smania ossessiva della notizia, mettono spesso nel dimenticatoio, e di rivelare quello che talvolta non viene detto nè scritto nè mostrato.

Pericoli in vista? Per nessuno. A patto che ci sia correttezza. E che ci sia un filtro.

Sarebbe meglio o peggio che non ci fossero i blog? Se non ci fossero sarebbe meglio per chi tende a controllare tutta l'informazione. Ma sarebbe peggio per l'opinione pubblica, per la democrazia, per la libertà.

E' un progetto ambizioso? No. E' una sorta di gioco. Ma non un semplice divertimento.

Il successo dipenderà dalla capacità di cogliere che già non è stato detto, scritto e mostrato e (ahi, torniamo alle preoccupazioni precedenti!) dall'interesse manifestato dagli internauti.

ALBERTO CAPILUPI

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