EVOLUZIONE   O   TRASFORMISMO

 

                      DEGLI  ESSERI  VIVENTI                    

 

 

 

                   LAMARCK     O      DARWIN        ?                  

 

 

 

       Il mondo vivente è diviso nei tre grandi regni :

 

1)  Regno vegetale     --

2)  Regno animale      --

3)  Regno saprofitico  --        

 

      Il REGNO VEGETALE è formato da individui  autotrofi, capaci cioè di sintetizzare sostanze organiche partendo da quelle inorganiche ( acqua, anidride carbonica, ammoniaca, sali minerali, ecc., ecc. ), sfruttando come fonte di energia la luce solare. Questo regno comprende 500 mila specie.

      Il REGNO ANIMALE è formato da individui  eterotrofi, non in grado cioè di sintetizzare sostanze organiche partendo da quelle inorganiche, essi devono perciò vivere di rapina ed in definitiva dipendono in tutto e per tutto dal regno vegetale. Attualmente le specie sono circa 3 milioni.

     Il REGNO SAPROFITICO ( funghi e lieviti ) è formato da individui eterotrofi, non in grado quindi di sintetizzare sostanze organiche; vivono di sostanze morte e possono essere parassite di esseri viventi, sia del regno vegetale, in massima parte, che del regno animale. Il regno comprende centinaia di migliaia di specie.

      Quindi le specie viventi sono alcuni milioni, che di minuto in minuto si rinnovano continuamente. Le specie estinte sono state quantificate anch’ esse in milioni.        

      La  VITA, questo fenomeno incredibile la cui realtà inoppugnabile è per molti di natura miracolosa, e per altri invece ineluttabile dati certi elementi di base, è esplosa sulla Terra con una forza inarrestabile di forme diverse, tanto da coprire alla fine tutte le superfici, sia liquide che solide, del Pianeta.

      Qual è stata la FORZA che ha permesso questa incredibile e quasi assurda presenza nell’ Universo  ?

       E’ questo l’oggetto del presente saggio.

 

Comunque, un po’ di Storia   …………  ( che non fa mai male )

 

 

 

 

 

 

     Attualmente la stragrande maggioranza dei cosmologi considera che l’UNIVERSO sia nato dal Big-Bang   ( Grande – scoppio )  circa 15 miliardi di anni fa ( teoria appunto detta del Bing-Bang), mentre un esiguo sparuto numero di cosmologi afferma invece che l’ Universo non ha una età stimabile ( teoria dello stato stazionario) perché avviene una creazione continua di nuova materia che riempie i vuoti che si aprono fra le galassie in conseguenza della loro recessione o allontanamento, così che l’aspetto complessivo dell’universo rimane sempre lo stesso.

       Il numero delle galassie è stato stimato, finora, in circa 130 miliardi ed ognuna di esse comprende alcune centinaia di miliardi  di stelle, già formate, e di nebulose che successivamente si trasformeranno in nuove stelle.

        Comunque sia……………… di certo c’è

che la Terra, assieme a tutto il nostro sistema solare incentrato sulla stella Sole, ebbe origine all’incirca  4,5 miliardi di anni fa, come ammasso  ardente di idrogeno libero e di altri elementi atomici.

        Questi ultimi in seguito si separarono a seconda del loro peso. Quelli più pesanti, come ferro e nichel, si portarono in profondità al centro del pianeta, dove sono  presenti in forma fusa ancora oggi attorno ai 4000 gradi.  Gli atomi più leggeri, come silicio e alluminio, formarono uno strato intermedio, mentre quelli più leggeri di tutti come idrogeno, azoto, ossigeno e carbonio si attestarono nello strato più esterno.

       Nel tempo l’altissima temperatura di questi gas superficiali si abbassò al punto da permettere la formazione di composti o molecole. Le molecole che si formarono, oltre a quelle che si trovano ora nell’atmosfera e cioè Azoto ( 2 N ) e Ossigeno ( 2 O ), furono acqua ( H2 O), metano ( C H4) ammoniaca ( N H3), anidride carbonica ( C O2), acido cianidrico ( H C N) e idrogeno ( 2 H ).

       Anche il manto terrestre o crosta, cominciò ad abbassare la sua altissima temperatura. Nel raffreddarsi e quindi nell’ispessirsi, tale crosta si raggrinzì e si ripiegò dando origine alle prime basse catene montuose.

Quando la crosta si fu raffreddata al di sotto del punto di ebollizione dell’acqua, processo che durò da 200 a 500 milioni di anni, la maggior parte dell’acqua atmosferica precipitò al suolo in forma di pioggia dando origine agli oceani primordiali. In essa si sciolsero parte del metano e dell’ammoniaca atmosferica come pure sali e sostanze minerali che si liquefacevano lentamente dalla crosta terrestre dilavata dalla pioggia incessante.

        Anche i numerosissimi vulcani attivi, con il loro continuo eruttare, contribuirono notevolmente a far affluire dal magma sottostante la crosta terrestre, acqua, sali e sostanze minerali.

        Era così giunto lo stadio per le reazioni chimiche di sintesi. Tali reazioni fra acqua, metano, ammoniaca e sali minerali, hanno prodotto composti organici che contenevano catene variamente formate di idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto.

        Nei 200 o 300 milioni di anni successivi, i bassi e caldi oceani si riempirono di miliardi e miliardi di tonnellate di questi composti organici, tanto che il liquido oceanico venne definito il  “” brodo primordiale “”

        Si giunse così a 3,5 miliardi di anni fa.

        La Terra, ancora superficialmente molto calda, quasi piatta, con catene montuose poco elevate, era continuamente flagellata da incessanti piogge calde e da impetuose bufere di vento; i suoi bassi oceani con temperature che oscillavano attorno ai 35 – 40 gradi si erano trasformati tutti in un immenso “” brodo primordiale “” contenente aminoacidi, acidi grassi, zuccheri, policarburi, polisaccaridi, ecc:, ecc.,.

        In questo  “” brodo “” nacque la VITA :  si formò la  CELLULA.

        Probabilmente all’inizio le cellule erano poco più che piccolissime masse di una miscela di sostanze circondate da membrane, cioè in sostanza erano molto meno di un moderno evoluto batterio, che mediamente misura 1 micron. La complessità strutturale deve essersi sviluppata più tardi a tappe.

       La prima importantissima tappa fu quando dopo aver consumato quasi tutte le sostanze organiche in sospensione negli oceani, cioè quasi tutto il brodo, qualche specie di batteri superstiti divenne fotosintetizzante creando la CLOROFILLA : nacque il regno vegetale., che si costruisce da se stesso la VITA assemblando molecole organiche partendo dall’acqua, dall’anidride carbonica, dall’ammoniaca e dai sali minerali, sfruttando l’energia prodotta dalla luce solare. Questi batteri fotosintetizzanti furono denominati  “” alghe azzurre “”

         La seconda importante tappa venne raggiunta circa 1,5 miliardi di anni fa con l’avvento degli unicellulari Protozoi e Protofiti. In questa tappa si realizza la netta separazione del regno animale da quello vegetale. ( i batteri e le alghe azzurre intanto continuano bellamente a proliferare ). La differenza fra le forme batteriche ( procariote ) e quelle rappresentate dai  protozoi ( regno animale ) e protofiti ( regno vegetale)  ( eucarioti ) stà intanto nella massa corporea molto più grande, mediamente sui 2 – 3 micron e poi nell’organizzazione interna. Mentre nei batteri l’ unico cromosoma si trova indifferentemente affondato nel citoplasma, nei protozoi e protofiti vi è la netta separazione del nucleo, contenente il cromosoma o i cromosomi, cioè tutto il DNA, dal citoplasma con tutti gli organelli ( reticolo endoplasmatico, vacuoli, lisosomi, mitocondri, apparato del Golgi, ecc., ecc.)

       La terza tappa, altrettanto importante, fu raggiunta un miliardo di anni fa : dagli unicellulari protozoi sorsero i pluricellulari o metazoi, vale a dire gli animali. In un miliardo di anni dai primi animali costituiti da poche cellule, la Terra si è riempita di circa 3 milioni di specie viventi ( e molto probabilmente un altro milione è ancora da catalogare )  e di chissà quanti milioni di specie estinte. Tutte queste specie occupano e sfruttano, ed hanno occupato e sfruttato, tutte le “” nicchie “” del mondo vivente. Nella stragrande maggioranza sono rappresentate dagli invertebrati divisi nei Philum : Spugne, Antozoi, Trematodi, Nematodi, Briozoi, Molluschi, Policheti, Oligocheti, Artropodi ( solo il genere Insetti conta un milione di specie ), Echinodermi.Poi 500 milioni di anni fa dagli invertebrati scaturiscono i vertebrati dai quali, via via in discendenza : Pesci 425 milioni di anni fa, Anfibi 300 milioni , Rettili 230 milioni, uccelli 165 milioni, mammiferi 100 milioni………….. infine l’UOMO, ultimo arrivato, 100 mila anni fa.

       La quarta tappa, di incalcolabile importanza, fu raggiunta dal regno vegetale 500 milioni di anni fa quando nacquero i pluricellulari, vale a dire le piante. Fino a quell’epoca il regno vegetale era rappresentato, si ribadisce, soltanto da esseri unicellulari : le alghe.

        In tutto quel lunghissimo periodo di 3 miliardi di anni, cioè dall’inizio della prima cellula al momento dello sviluppo delle piante, la VITA, sia animale che vegetale ribolliva letteralmente dentro le acque, salate e non ; le terre emerse invece continuavano a rimanere assolutamente deserte : soltanto i venti con i loro scibili, fruscii, fischi, tuoni le animavano quando……… 50 milioni di anni dopo, cioè 450 milioni di anni fa, le piante emersero dai mari e approdarono sulla terraferma. In capo a qualche milione di anni tutte le terre emerse, fino ad allora deserte, vennero totalmente ricoperte dal manto vegetale. Anche il mondo animale emerse dalle acque al seguito di quello vegetale, di cui era dipendente, e si propagò esso pure con lo stesso ritmo su tutto il globo.

          La vita animale da allora, dopo aver per miliardi di anni soltanto nuotato, volò, caracollò, scavò, corse……….. e alfine  camminò.

         GAIA, nella sua interezza, divenne allora un pianeta visibilmente vivo.

          Ritornando all’Uomo, l’ultimo arrivato sulla scena della vita terrestre, 100 mila anni fa, bisogna dire che più che l’Uomo si presentò l’animale Homo sapiens-sapiens. Animale straordinario con stazione perfettamente eretta, con mani assolutamente capaci di manipolare qualsiasi oggetto e anche di inventarne, come per esempio l’arco con le frecce ed il boomerang, con un enorme cervello da 1350 cc. di volume, diviso in aree specializzate con l’emisfero di sinistra, dominante, avente le due aree denominate Broca e Wernicke in grado di sviluppare un linguaggio articolato, con una identità individuale e non di specie in via di formazione, e con una capacità di materializzare sogni e impulsi psichici che ha dello stupefacente, vedi le meravigliose pitture rupestri di Lascaux – Francia e Altamira – Spagna :  insomma il più importante ed esaltante prodotto della VITA terrestre.

         Emerse nella regione del Kenia e poi in pochi millenni si sparse su tutto il pianeta. Attualmente l’ Homo sapiens-sapiens è l’unica specie di ominidi esistente e gli odierni uomini ( e donne ) bianchi, neri, gialli, rossi, marroni, che sembrano formare un caleidoscopio multicolore, sono tutti, ma proprio tutti fratelli consanguinei, figli di un’ unica specie.

        La Terra, 15.000 anni fa, che fino ad allora aveva girato attorno al Sole serenamente e senza particolari traumi, incappò nella terrificante  glaciazione ( Wurm ) che per pochissimo non fece sparire totalmente la Vita dal pianeta. Moltissime specie vennero cancellate per sempre e con esse anche quasi tutti gli animali Homo sapiens-sapiens. Lo strato di ghiaccio che si era formato sopra tutta l’ Europa, l’Asia, il Nord ed il Sud America era talmente spesso che raggiunse l’altezza di un paio di chilometri, di conseguenza gli oceani si erano abbassati di 150 – 200 metri.

        Il tremendo cataclisma finalmente 10.000 anni fa circa ebbe termine ed il lento disgelo portò una nuova primavera sul nostro martoriato globo.

        Nei primissimi secoli di questa nuova primavera, sulla Terra , che sembrava ancora una enorme ghiacciaia, si materializzò un avvenimento di straordinario ed incalcolabile importanza : quei pochissimi animali Homo sapiens-sapiens sopravissuti inventarono ??? in quattro località separatissime dei quattro continenti l’ AGRICOLTURA.

         Dire, come si dice, che fu una rivoluzione agricola, in senso economico e sociologico, è dire poco e anche male, perché l’ AGRICOLTURA portò invece ad una vera rivoluzione biologica.

         Fino a 10.000 anni fa nessun essere vivente , sia fra le 500  mila specie di vegetali che fra i 3 milioni di specie animali, ha mai avuto la consapevolezza di esistere come individuo in quanto mai è stata creata la MEMORIA INDIVIDUALE, mentre da sempre è esistita, essa sola, la MEMORIA GENETICA della specie.

        In base a questa memoria genetica tutta la vita reale che comprende la conformazione dell’individuo come organi, strutture, grandezza, lunghezza, altezza, ma anche ogni tipo di comportamento, sta sotto il controllo genetico, cioè in altre parole tutto è codificato nel patrimonio ereditario inscritto nei cromosomi ( D N A )

        Questo ha portato alla totale abolizione dell’importanza dell’individuo e quindi all’assoluta conformità, sia nei dati somatici che in quelli comportamentali, di tutti gli individui delle varie specie viventi.

        Insomma in ultima analisi esiste la specie e non l’individuo, per cui esiste la memoria genetica della specie e non la memoria particolare dell’individuo.

        10.000 anni fa, spartiacque temporale assoluto degli esseri viventi, con l’enorme ingestione dei carboidrati ( polimeri di glucosio )  contenuti nei quattro cereali coltivati e precisamente frumento, riso, mais e miglio, in poche centinaia di anni l’animale Homo sapiens-sapiens ha trasformato il proprio cervello creando la MEMORIA INDIVIDUALE. Ecco la rivoluzione biologica.

         E da quella crisalide rappresentata dall’animale Homo sapiens-sapiens emerse l’UOMO, il genio assoluto che il mondo vivente ha creato : meravigliosa e fulgida farfalla…………… che quasi sicuramente estirperà la vita dalla faccia del pianeta……… ed è già ben avviato, ora, su quella strada per farlo, comunque era sorto l’immenso  COGITO ERGO SUM.      

         Ed il COGITO ERGO SUM iniziò subito ad operare.

         L’Uomo, e non più l’animale, cominciò ad avere la consapevolezza di esistere, cioè si staccò timidamente  dal vivere automatico ed inconsapevole secondo i rigidi ritmi dettati dalla memoria genetica, come fanno tutti gli esseri viventi, vegetali o animali che siano, e con i primi vagiti di intelligenza il suo occhio cominciò a vedere al di là di quelli che erano i suoi fondamentali scopi della pura esistenza : mangiare, difesa-offesa e riposo sicuro.

         Vide che esistevano sulla Terra anche altri animali, oltre a quelli da cacciare o da cui doveva difendersi, che nel cielo volavano gli uccelli, che esistevano la notte ed il giorno intercalantisi ritmicamente e poi i venti impetuosi, le brezze ed anche l’immobilità assoluta dell’aria, ora pioggia ora sole, caldo torrido e freddo polare, nubi che correvano nell’aere, il Sole che sorgeva, girava e spariva da una parte all’altra del cielo e similmente facevano la Luna e le tremolanti stelle, numerose piante diverse, erbe, fiori ed insetti che volteggiavano fra essi. 

        Sbalordimento, turbamento e confusione lo assalirono. Logico quindi che con quel barlume di coscienza egli pensasse che tutte quelle strane nuove creature fossero state create e quei fenomeni fossero causati da forze o potenze incommensurabilmente superiori a lui.

        Sorsero le religioni.

         Fu una necessità psicologica ineluttabile perché tutti gli uomini allora separatissimi chi nelle due Americhe, chi in Australia, chi in Africa, chi in Eurasia, le idearono.

        Via, via emersero dalle nebbie delle terrorizzate menti migliaia di spiriti, demoni e Dei con fattezze umane. ( ancora adesso c’è un detto popolare che recita : non c’è foglia che si muova che Dio non voglia).

        All’inizio il pensiero religioso si presenta con spiriti onnipotenti che signoreggiano le forze della Natura ( venti, piogge, ecc.), o dominanti i suoi vari aspetti concreti ( laghi, monti, fiumi, ecc.) poi nella sua inevitabile evoluzione storica con Dei aventi fattezze umane ( chiara la proiezione psichica ), che creano dal nulla o da un caos primigenio la Terra con tutto ciò che di vivente vi brulica sopra, il cielo con lo sfolgorante Sole, l’eterea Luna e le vaghe e tremolanti stelle e naturalmente l’ UOMO, il principe del creato, con un destino fatalmente mortale ma con una successiva vera e soprattutto immortale esistenza spirituale.

       Qualche breve esempio.

       Il Dio ebraico Jahweh, Padre eterno per i cristiani e Hallah per i mussulmani (sempre lo stesso Dio ) dal caos primigenio il 23 settembre del 3760 a.c. ( equinozio d’autunno ) crea la Terra ed il cielo……….. il 27 (quinto giorno) crea i pesci e gli uccelli; il 28 (sesto giorno) gli animali, poi disse :  “”  facciamo l’Uomo ( Adamo ) a nostra immagine e somiglianza ) ……… ecc., ecc..

       Secondo il popolo Maya il Dio Quetzalcoatl si recò nel regno di Temoanchon, luogo del buio e del caos, per ottenere le ossa primigenie che irrorò poi con il sangue estratto dal proprio pene. Con l’impasto creò  l’essere umano. Moltiplicatisi gli uomini negli uteri cavernosi delle Sette Caverne, essi emersero in successive sette ere sulla Terra. Per sei volte vennero distrutti, la settima è l’attuale esistente. Per gli uomini viventi in questa era il Dio generò il Mais. ( dalla bibbia dei Maya : Popol Vuh )

         Brahma, Shiva e Vishnu sono i principali Dei dell’India e assieme compongono la Sacra Trimurti; accanto ad essi agiscono anche migliaia di altri Dei minori. La Trimurti governa il “”dharma”” che non è altro che il ciclo perenne di rinascita cui è soggetto ogni uomo ed il cui fine o premio è la liberazione dalla carnalità e la ricongiunzione con l’infinito Nirvana. La Trimurti, in un tempo remoto, da un Nulla cosmico creò il Mondo comprendente l’ Uomo. Essi Dei hanno fattezze umane, sono eterni e dimorano in sedi celesti.

       Le religioni, quasi tutte simili, con un impulso psicologico insopprimibile sono state ideate allo scopo, inconscio, di annullare o perlomeno sopire le paure ed i terrori del vivere diuturno, però hanno creato anche una spaventosa propensione, da parte specialmente dei vari sacerdoti, a torturare ed a trucidare i propri fedeli dubbiosi e i fedeli di altrui divinità.

      Per esempio, i reggitori della religione cristiana che stabilisce che tutti gli uomini e le donne sono figli di Dio e destinati a salire in Paradiso per vivere per l’eternità in beatitudine nel grembo di Dio stesso e che ha come dogma fondamentale AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO, hanno torturato e ucciso milioni di persone. Preso il potere imperiale il 19-1-379 d.c. il feroce satanico Teodosio ( vero Hitler ) inondò di sangue immediatamente l’impero romano ordinando di uccidere tutti i sacerdoti pagani assieme agli incorreggibili loro fedeli ed i cristiani seguaci della cosiddetta eresia di Ario. I bagni di sangue, le torture, le infinite nequizie accompagnati dall’arretramento civile e culturale andarono poi avanti nel tempo fino al 14 luglio 1789 ( Rivoluzione Francese ) quando il popolo francese tagliò gli artigli e strappò le zanne a quei maledetti figli di…….. Satana che in nome di un Dio buono e misericordioso, per 1500 anni resero l’Europa una immensa e spaventosa valle di lacrime

      Dopo il 14-7-1789 la religione cristiana sembra essere diventata la religione della bontà e della pace.   Che immensa ipocrisia.

      Ancora oggi l’ Umanità vive nel terrore a causa di una parte di fanatici fedeli di Maometto, che vorrebbero che il loro credo imperasse su tutta la Terra per mezzo dell’assassinio indiscriminato, e che l’unico libro da leggere e da meditare fosse solo il Corano. Ne usciremo da questa follia ?

      Soltanto il piccolo popolo Greco, nel passato quasi remoto, per alcune centinaia di anni cercò di reagire alla follia religiosa creando due centri luminosi : Atene dove rifulgeva la Filosofia ed Alessandria dove imperavano la Scienza e la Tecnologia.

       La lotta degli antichi greci, ammantati di raziocinio e di intelligenza, intrapresa contro tutti gli altri accecati dal fanatismo religioso e dalla stupidità, fu però alla fine perduta e quei centri luminosi e quegli uomini valorosi vennero cancellati dalla Storia.

      Sintetizzando tutto quanto esposto, l’Universo e tutti gli esseri viventi sulla Terra sono stati creati dagli Dei.     Punto e basta  !

       Oltre 1500 anni passarono senza pensare e senza ragionare : su tutto il pianeta tutti cristallizzati sul CREAZIONISMO. E infatti questa interiorizzazione è passata alla storia e specialmente nella storia della Biologia, come la teoria del FISSISMO CREAZIONISTA.

       Tutti i viventi creati erano genericamente suddivisi per grandi categorie e per quelli che interessavano l’ Uomo per specie : i pesci, gli uccelli, i mammiferi…………., i cani, i gatti, le aquile, ecc., il frumento, i fagioli, ecc., per il resto il caos.

       Chi ha cancellato il caos e messo un ordine logico, sempre nel solco del Creazionismo a tutta la materia dei viventi, e contemporaneamente ad istituire la scienza della Biologia, fu il più che geniale svedese Carl von Linnè ( Carlo Linneo ) 23-5-1707 /  10-1 1778.

       Linneo fu naturalista e medico. Studioso di botanica, fondatore e Presidente dell’Accademia delle Scienze di Svezia. Egli ha il merito di aver descritto e classificato una grandissima quantità di specie vegetali ( in base alla struttura degli organi di riproduzione ) e animali attribuendo a ciascuna  di esse un doppio nome latino ( di genere e di specie) chiamata nomenclatura binomia ( Es. Equus caballus : Equus genere, Caballus specie ). Ha istituito così la Tassonomia che è il metodo e sistema di descrizione e classificazione degli esseri viventi  ( 1751 ).

       La sua opera che consentì la definizione del concetto di SPECIE , rappresenta la sintesi del FISSISMO CREAZIONISTA in Biologia.

       Dalla sua opera  “” Philosophia botanica “” 1751 – Aforisma n. 157

“”   Esistono tante specie quante forme diverse ha creato, all’inizio dei tempi, l’ Essere Supremo. Tali forme hanno riprodotto e riproducono ancora oggi, secondo le immortali leggi della  generazione, altre forme eguali ad esse. Cosi che esistono tante specie quante forme o tipi esistenti oggi “”

       La totalità degli studiosi naturalisti dell’epoca fecero proprio il nuovo orientamento esposto da Linneo sia nella regola della nomenclatura binomia degli esseri viventi sia nel sistema dottrinale del FISSISMO CREAZIONISTA.

         Dopo alcuni anni, però, arrivò improvvisamente il cataclisma sociale assoluto portato dalla Rivoluzione Francese che al grido di Libertè – Egalitè – Fraternitè il 14-7-1789 demolì la Bastiglia e distrusse l’ Ancien Regime, fondato sulla  monarchia assoluta, i nobili e i preti.

        Fu un tornado che spazzò via in un battibaleno una società immobile da secoli, le cui priorità erano i privilegi ( in tutti i sensi ) di pochi sui negati diritti e anche la fame di tutti gli altri.

        Un’attività frenetica investì subito la Convention ( Parlamento ), la ghigliottina e l’esercito.

        Il Parlamento, che non si riuniva dal 1614, abolì subito la schiavitù nelle colonie, rese obbligatoria e gratuita per tutti l’istruzione elementare, istituì un controllo sui prezzi e sui salari, promulgò un calendario repubblicano senza santi, abolì il maggiorascato che era il diritto del primogenito maschio a ereditare tutto per cui agli altri fratelli non rimaneva altro che la via religiosa o militare, eliminò i cimiteri nelle chiese e ordinò che fossero creati fuori dalle mura cittadine, creò la “” leva “” obbligatoria per tutti i giovani per difendere la Repubblica e quindi abolì la Monarchia con tutta la nobiltà ………… ecc., ecc. con altre centinaia di leggi.

       La ghigliottina lavorò indefessamente decapitando migliaia di cosiddetti nemici della Repubblica, compresi il Re e la Regina, ma anche quasi tutti gli autori-attori della Rivoluzione, dai Montagnardi Danton, Desmoulins e altri , ai Giacobini Robespierre, Saint-Just e altri, per cui è stato detto che la Rivoluzione, come un moderno Moloch, aveva divorato i propri figli.

      L’esercito dovette difendere il “” sacro suolo della patria “” dall’attacco concentrico di tutti gli stati limitrofi, sui quali regnavano Re assoluti : il 20-4-1792 cominciarono le infinite “” campagne “” che portarono la Francia, soprattutto dopo il colpo di stato di Napoleone, a combattere contro tutta l’ Europa, e finirono il 18-6-1815 a Waterloo. Risultato finale milioni di morti e fine della Repubblica.

     In questo clima di assoluta LIBERTE’ intellettuale e scientifica emerse la straordinaria personalità di Jean-Baptiste Lamarck.

     Una breve biografia.

     Jean-Baptiste de Monet, chevalier de Lamarck, nasce a Bazentin il 1-8-1744 in una famiglia numerosa di un nobile decaduto in povertà, tanto che indirizza alle armi i propri figli. Nel 1765 mentre studiava nel Seminario di Amiens, fu spettatore di un avvenimento che lo segnò per tutta la vita. Il clima civile della città era particolarmente turbato a causa dei conflitti religiosi e del fanatismo della curia vescovile, questo culminò nell’assassinio giudiziale di un giovane studente, il Cavaliere De La Barre che fu incolpato di aver mutilato un piccolo crocifisso : fu condannato al taglio della mano, all’estirpazione della lingua, alla decapitazione  ed al rogo del cadavere. Sul rogo il boia poi gettò simbolicamente una copia del Dictionnaire Philosophique. Lamarck divenne un acceso anticlericale e tale rimase fino alla morte.

        A 18 anni inizia la carriera militare con il grado di Tenente di fanteria e inviato sul fronte della Westphalia durante la guerra dei sette anni.

        Abbandonata l’Armata perché ferito, nel 1764 intraprende gli studi di medicina a Parigi fino al 1768 vivendo con una magra pensione e piccoli impieghi. Notato da Lecrerc de Buffon, insigne naturalista e sovrintendente del Jardin du Roy  ( orto botanico e Università) viene assunto.

        Nel 1778 escogita il sistema di classificazione a chiavi dicotomiche, esposto nel saggio  “” La flora francese “” che permette a tutti d’identificare le piante. Questo lavoro lo fece stimare e conoscere a tutti tanto che fu eletto all’Accademia delle Scienze l’ anno dopo, a 35 anni.

        Progressista e amico dei filosofi dell’Illuminismo, nel 1793 partecipa alla creazione del Museo Nazionale di Storia Naturale. L’anno successivo passa dalla Botanica alla Zoologia, cattedra della zoologia degli invertebrati.

        Nel 1801 durante la lezione inaugurale del nuovo anno accademico, avanza il suo primo accenno alla dottrina sul  “” Trasformismo “” ( alias Evoluzionismo ), che poi espose in modo ampio e rigoroso nel saggio, in due volumi, “” Philosophie Zoologique “” pubblicato nel 1809, passato però quasi inosservato per la decisa opposizione di G.Cuvier, allora Segretario perpetuo dell’ Accademia della Scienza.

       Nel 1815 pubblicò una  “” Storia naturale degli animali senza vertebre “” rimasta nelle sue grandi linee, invariata fino ad oggi.

       Passò gli ultimi anni della sua vita, morì il 18-12-1829, quasi cieco, povero solo sorretto e accudito dai figli, specialmente Cornelia, alla quale dettò il suo ultimo saggio  “” Systeme qualytique des connaissances positives de l’ homme “” pubblicato a Parigi nel 1820.

       La sua vita fu un continuo tribolare fra ristrettezze economiche e dolori familiari perché rimase vedovo quattro volte ed ebbe anche alcuni figli morti in giovane età.

       Un Genio maltrattato dal destino e avversato da uomini invidiosi ma soprattutto perversi.

        Il peggiore, senza ombra di dubbio, fu G.L. Cuvier ( 23-8-1769 / 13-5-1832 ). Costui fu repubblicano incallito sotto la Repubblica, napoleonico all’eccesso sotto Napoleone, che infatti lo nominò Segretario perpetuo dell’Accademia delle Scienze, monarchico senza tentennamenti sotto i Borbone nella restaurazione monarchica. Il Re gli mantenne la carica donatagli da Napoleone Uomo assetato di onori e di denari, spudorato arrivista e mentitore senza coscienza.

        Uscito nel 1809 il saggio di Lamarck  “” Philosophie zoologique “” Cuvier lo attaccò violentemente in una pubblica riunione dell’ Accademia e poi continuò a farlo per il resto della sua vita, incolpandolo di  “” costruire dei vasti edifici su delle basi immaginarie  “”

        Cuvier poi, dall’alto delle sue  alte cariche e ammantato nella sua superba alterigia, contro la  “” Teoria evoluzionista “” sostenne la preformazione e l’immortalità delle specie, attribuendo i mutamenti osservati nei fossili a catastrofi naturali, e coniò per questo la teoria del FISSISMO CATASTROFISTA e sostenne che di catastrofi la Terra ne subì sei o sette, l’ultima delle quali, 6000 prima circa, fu il Diluvio Universale.

        La teoria rivoluzionaria di Lamarck, che caccia fuori dalla Terra per sempre tutti gli Dei, poggia sul fondamento filosofico – sociologico della FRATERNITE’, che era la terza figura retorica dello slogan fondante della rivoluzione francese : Libertè, Egalitè e (appunto), Fraternitè. La parola non è stata messa lì per fare rima, ma bensì per sottolineare il carattere sociale della rivoluzione. L’etimo infatti significa : accordo e affetto tra persone non legate da parentela. E questo era proprio l’obbiettivo dei rivoluzionari: creare la nuova Francia con l’accordo, il rispetto e l’affetto ( se possibile ) di tutti i cittadini. Tutto il gran legiferare della Convention è infatti improntato  dalla FRATERNITE’ ( esempio: istruzione elementare obbligatoria e gratuita per tutti i Francesi ).        

         Si espongono parti veramente significative tratte dai suoi tre principali saggi, che illustrano appieno la nuova straordinaria concezione filosofica – scientifica.

         Da   “” Philosopie zoologique “” 1809, pag. 49.

        Definizione di SPECIE –

      La SPECIE è ogni collezione di individui simili che la riproduzione mantiene nelle stesse condizioni fino a che le circostanze ambientali non cambiano abbastanza da far variare le loro abitudini, il loro carattere e la loro forma.

         I FOSSILI – pag. 50.

        Sono rappresentanti di specie che sono andate trasformandosi nelle corrispondenti tutt’oggi viventi ( v’è un senso per cui è lecito dire che non si sono mai estinte ) oppure che, non disponendo di un meccanismo di adattamento sufficientemente elastico, sono davvero scomparse, lasciando effettivamente dei vuoti nella scala naturae. Ma si tratta di vuoti che la paleontologia non tarderà a colmare, restituendo alla figurazione sistematica  ( alle classificazioni ) la continuità propria di quel lento processo EVOLUTIVO che ne costituisce l’essenza :  NATURA NON FACIT SALTUS …………..  e finisce .. SED TANTUM IGNORANTIA.

        Sull’ UOMO . pag. 186 – 187 .

        Se una specie qualsiasi di quadrumani ( o meglio ancora la più perfezionata ), necessitata dalle circostanze o da altre cause, perdesse l’abitudine di salire sugli alberi e di afferrare i rami con i piedi, oltre che con le mani, per sostenervisi, e se gli individui di quella specie fossero obbligati, per diverse generazioni, a servirsi dei loro piedi solo per camminare, cessando di usare le proprie mani come piedi, non c’è alcun dubbio, dato ciò che si è detto nel capitolo precedente, sul fatto che quei quadrumani si trasformerebbero da ultimo in BIMANI e che i pollici dei loro piedi cesserebbero di essere separati dalle dita, tali piedi non servendo più che a camminare.

       Quando inoltre gli animali di cui parliamo mossi dal bisogno di dominare e di riuscire a vedere più lontano, si sforzassero di tenersi diritti e ne prendessero costantemente l’abitudine di  generazione in generazione, non c’è dubbio neanche stavolta che i loro piedi assumerebbero a poco a poco una conformazione adatta a sostenerli in posizione eretta, che le loro gambe ne mutuerebbero solidi polpacci e che questi animali potrebbero allora camminare su piedi e mani insieme solo difficoltosamente.

       Infine quando cessassero di usare le mascelle come armi per mordere, strappare o afferrare, oppure come tenaglie per recidere l’erba e nutrirsene, quando le facessero servire ad altro insomma, che a masticare, anche in questo caso non c’è dubbio che il loro angolo facciale diverrebbe più aperto, che il loro muso si farebbe più corto e che da ultimo si ritroverebbero gli incisivi disposti verticalmente

        Dalla “” Storia naturale degli animali senza vertebre “” 1815.

        Generazione spontanea ..

      La NATURA impiega l’attrazione universale per formare piccoli corpi gelatinosi ( sul nostro globo ). Stando così le cose si comprende facilmente : primo, che quando i piccoli corpi gelatinosi formati entro le acque riceveranno al loro interno dei fluidi espansivi, formati da molecole aggregate e agglutinanti, avverrà allora che gli interstizi che rimangono fra le molecole si ingrandiranno formando delle cavità otricolari………….

…… A questo punto i corpiccioli gelatinosi sono veramente organizzati, sono cioè composti da porzioni non fluide che formano una delicatissima trama cellulare contenenti parti fluide particolari, agitate di continuo dalle sollecitudini provenienti dall’esterno. Esse hanno quindi acquistato movimenti vitali.

        E’ probabilmente questo il modo in cui gli organismi hanno avuto origine per effetto della cosiddetta generazione spontanea che la natura sa ottenere.

      I corpiccioli gelatinosi furono dunque trasformati in VIVENTI dal momento in cui gli interstizi fra le molecole poterono essere ingranditi e le molecole più agglutinanti poterono costituire le pareti cellulari.

    

     L’idea della  generazione spontanea è stata immaginata anche dagli antichi. Da Lucrezio- De rerum natura –

          Multaque nunc etiam exsistunt animalia terris

          Imbribus et calido solis concreta vapore.

          (Ancora oggi molti animali nascono dalla terra

            fecondata dalle piogge e dal caldo afflusso del sole) Libro V –797-8

        

      Appianata la difficoltà concernente la  generazione spontanea che si verifica presso le forme primordiali dei regni animale e vegetale. Espongo le quattro leggi che concernono l’organizzazione e governano tutte le azioni svolte dalle forze della Vita.

     Prima legge -     

         La Vita per le sue forze intrinseche tende ad accrescere continuamente il volume di ogni vivente e ad aumentare le dimensioni delle sue parti, fino ad un termine da lei prefissato.

    Seconda legge –

    In un organismo animale la produzione di un nuovo organo risulta dal sopravvenire di un nuovo bisogno insistente, nonché dai moti organici che detto bisogno suscita e mantiene.

       Terza legge –

      Lo sviluppo e l’efficienza degli organi sono costantemente proporzionati all’impiego degli organi stessi.

       Quarta legge –

      Tutto quello che è stato acquisito, delineato o modificato nel corso della vita degli individui viene conservato grazie alla riproduzione e trasmesso in nuovi individui nati da quelli che hanno subito cambiamenti

………………………………………….

     Sulla Terza legge chiarisco :

  1°) Il disuso di un organo divenuto costante  a seguito di abitudini acquisite, impoverisce a poco a poco l’organo in questione, finisce per farlo sparire e lo annienta persino ( serpenti- Apodi, che hanno perso totalmente i quattro arti, i cetacei ( mammiferi ) che hanno perso totalmente i due arti anteriori e che hanno trasformato i due arti posteriori in una larga coda orizzontale e non verticale come i pesci ).

   2°) l’impiego reiterato di un organo, divenuto costante a causa delle abitudini, aumenta la facoltà di quest’organo, lo fa sviluppare e gli fa acquistare dimensioni ed efficienza che non hanno riscontro presso gli animali che lo esercitano di meno. ( esempio: la proboscide degli elefanti )

……………………………………

    Questa legge, a mio parere, è uno dei più potenti mezzi impiegati dalla natura per variare le specie.  In effetti la causa che fa sviluppare un organo frequentemente e costantemente adoperato, che ne accresce le dimensioni ed il vigore, che vi fa affluire reiteratamente le forze della vita ed i fluidi corporei, tale causa ha anche necessariamente il potere di far nascere a poco a poco e cogli stessi mezzi un organo che non esisteva ma che era divenuto necessario

     Si badi però che la seconda e la terza legge sarebbero rimaste senza manifestazioni, e quindi inutili, se gli animali si fossero trovati sempre in circostanze identiche, se avessero sempre conservato le medesime abitudini e non ne avessero forgiato di nuove.

     Sulla  Quarta legge

     Tutto ciò che la natura ha fatto acquistare o perdere agli individui, per influenza delle circostanze alle quali la loro specie è esposta da LUNGO TEMPO e quindi per influenza dell’uso assiduo, intenso di un organo o del disuso costante di una qualche parte, essa lo tramanda, mediante la riproduzione, ai nuovi individui provenienti dai primi, a CONDIZIONE CHE LE NUOVE ACQUISIZIONI SIANO COMUNI AI  DUE SESSI, E A QUELLI CHE HANNO GENERATO QUESTI NUOVI INDIVIDUI…

…………………………….

    La dinamica della trasformazione (evoluzione ) è a senso unico e la variazione va sempre nella stessa direzione, Non è vero però che vada solo dal semplice al complesso, dal rudimentale all’elaborato. E’ vero invece che va dall’inefficace all’efficace, dal disadattato all’adattato.

    Il successo della trasformazione ( o evoluzione )si misura a livello di organizzazione efficace in un dato ambiente.

 

      Le due precisazioni e cioè 1°) LUNGO TEMPO e 2°) LE NUOVE ACQUISIZIONI SIANO COMUNI AI DUE SESSI E  A QUELLI CHE HANNO GENERATO QUESTI NUOVI INDIVIDUI, sono assolutamente fondamentali per Lamarck.

1°) per il LUNGO TEMPO. Per il problema del tempo o età della Terra si intrecciavano nel 1700 – 1800 delicatissime questioni teologiche e dibattute questioni scientifiche. Buffon ( 1707 – 1788 ) aveva già portato a 74.000 anni, dagli ufficiali 6000, l’età della Terra. Poi Lamarck sostenne che per la natura il tempo non è mai una difficoltà e sottolineava che all’uomo non è dato stimarlo con esattezza, però accennava a grandezze dell’ordine di milioni di secoli ( l’età della Terra è di 4,5 miliardi di anni, cioè 45 milioni di secoli )  Buffon e specialmente Lamarck apparvero nei confronti del sapere ufficiale, due eretici pericolosi. Subirono per questo una scomunica scientifica e rischiarono una ben più pericolosa censura ecclesiastica, perché era stabilito dalla Sacra Bibbia che l’età della Terra e dell’Universo fosse di 6000 anni circa.

 2°) per le NUOVE ACQUISIZIONI SIANO COMUNI AI DUE SESSI E A QUELLI CHE HANNO GENERATO QUESTI NUOVI INDIVIDUI, è

precisamente la teoria della  TRASMISSIBILITA’ DEI CARATTERI ACQUISITI, cioè in altre parole è l’intera specie in migliaia e migliaia di generazioni, maschi e femmine tutti uniti, che partecipa alla EVOLUZIONE in presenza di mutate condizioni ambientali. Ecco il senso della FRATERNITE’.

        E quando lui porta avanti l’esempio della giraffa il cui collo avrebbe raggiunto l’odierna lunghezza a causa del tentativo costante di raggiungere le foglie degli alberi più alti, non pensa ad un tempo di poche generazioni ma bensì ad un tempo di centinaia di migliaia di anni se non di milioni e alla specie e non alle singole giraffe.

       Nell’ultima opera  “” Sistema analitico delle conoscenze positive dell’uomo “” Parigi, 1820 – Lamarck nel capitolo II°  “”  la natura e l’universo “” espone le sue idee sul continuo e mutevole trasformarsi di tutte le cose, compresi tutti i viventi :

………….  In verità a causa della breve durata della nostra esistenza individuale, noi non riscontriamo alcun mutamento nelle condizioni e nell’ambiente in cui vivono le specie che osserviamo, di conseguenza pur seguendole nel rinnovarsi degli individui esse ci sembrano rimanere sempre le stesse. Se poi cambiamo luogo di osservazione incontriamo specie simili alle precedenti, ma distinte, le quali si trovano in effetti in circostanze diverse : anche queste specie ci sembrano rimanere invariate nella loro  particolare situazione, e il succedersi degli individui non produce, presso di loro, alcuna differenza, se non incidentalmente. Pertanto, non vedendo mutare le specie viventi, qualunque sia il luogo di osservazione, l’osservatore attribuisce loro una costanza assoluta mentre  non è che condizionale e relativa : solo se la situazione e l’ambiente delle varie specie non muta queste sussistono senza modificarsi.

          Privo com’è dei mezzi di vederlo e di constatarlo, l’uomo trascura tutto ciò che in realtà si verifica ovunque col trascorrere del tempo, e tutto gli sembra dotato di costanza assoluta : eppure tutto muta incessantemente attorno a lui.  ( Panta rhei – tutto scorre ERACLITO 550-480 a.c.). Gli sembra che la superficie del globo rimanga la stessa, che i confini del mare rimangano gli stessi, che quelle sterminate fluide masse d’acqua rimangano nelle stesse regioni del globo, che le montagne conservino la loro altezza e la loro forma, che i fiumi piccoli e grandi non cambino di letto e di bacino, che i climi non si modifichino, e via dicendo. Misurando e giudicando da quanto è possibile vedere tutto sembra stabile perché i piccoli mutamenti suscettibili di osservazione vengono giudicati come privi di conseguenze………………………………………….

………. Siamo relegati sulla superficie di un piccolo globo, che non è altro che un punto nell’Universo, e di questo Universo non scorgiamo altro che un piccolissimo angolo e non possiamo esaminare che un minimo numero di oggetti che fan parte del dominio della natura………………….

 

( pag. 154 – 155 )

        A causa del suo egoismo e della sostanziale sua mancanza di accortezza, a causa della sua tendenza a impadronirsi di tutto ciò che è a sua disposizione; in una parola, a causa della sua noncuranza per l’avvenire e per i propri simili, l’ UOMO pare lavorare all’annientamento dei propri mezzi di conservazione e alla distruzione della sua stessa specie. Distruggendo ovunque i vegetali che proteggevano il suolo, per ricavarne oggetti che soddisfano la sua avidità del momento, conduce rapidamente alla sterilità il suolo che abita, dà luogo al prosciugamento delle sorgenti, ne allontana gli animali che vi trovavano il proprio sostentamento; e fa si che grandi parti del globo, un giorno fertili e popolate, siano adesso nude, sterili, inabitabili e deserte. Dimenticando i consigli dell’esperienza per abbandonarsi alle proprie passioni, egli è perpetuamente in guerra coi propri simili, e  distrugge ovunque e sotto ogni pretesto : di modo che vediamo popolazioni un tempo numerose scemare sempre di più. Si direbbe che dopo aver reso il globo inabitabile, l’UOMO sia incamminato verso l’autodistruzione…………………………….

………………………………………………………………………………………..

( pag 158 – 161)

      Se consideriamo un attimo quel che ha significato per l’Uomo l’ordine di cose imposto dalla società, vedremo che :

1°) Originariamente nata per l’impegno, preso da un certo numero di individui, a garantirsi reciprocamente contro aggressioni esterne, la società ha dovuto ben presto condurre alla civilizzazione ; poiché una volta formatasi e sviluppatasi  divenne necessaria l’istituzione della proprietà privata, e da allora le furono necessarie delle leggi e un governo.

2°) La civilizzazione ha insensibilmente provocato, tra gli uomini riuniti in società, una enorme disuguaglianza quanto a condizioni, a mezzi e ad atteggiamento psicologico;

3°)  Quest’enorme disuguaglianza fornendo a coloro che avevano più mezzi, una grande facilità di dominare gli altri e l’impadronirsi del potere, coloro che ne furono favoriti l’accrebbero gradualmente, perfezionarono sempre più l’arte di mantenerla e seppero tenere la moltitudine in uno stato di inferiorità, ispirandole scaltramente prevenzioni e prestigi che la tengono incatenata.

4°) Limitando i piaceri ( mentre gli aumentati interessi e gli aumentati bisogni ne facevano desiderare di più grandi ) lo stato di indigenza di quegli individui portò gradualmente la stragrande maggioranza della popolazione a fuggire abitazioni ormai isolate, a lasciare le campagne e ad ammucchiarsi nelle grandi città.

5°)  Dove gli uni sono generalmente rinserrati  in luoghi malsani, respirano aria viziata, si nutrono male e irregolarmente, si abbandonano ad ogni sorta di eccessi non appena ne hanno l’occasione; mentre gli altri, occupati in affari poco puliti o sprofondati nell’ozio e nelle mollezze, per il loro modo di vivere si allontanano continuamente da ciò che esige la natura per la conservazione della loro salute; in balia di tutti i mali che provocano i vizi che essi contraggono, agitati e tormentati da passioni diverse, gli individui di ogni ceto vedono senza notarlo la loro salute alterarsi, il loro sangue viziarsi in mille modi, una gran quantità di disordini di varia natura formarsi nella loro organizzazione e infine il germe di un numero considerevole e sempre crescente di malattie in qualche modo endemiche trasmettersi e perpetuarsi attraverso la riproduzione.

         E quante altre cose passo qui sotto silenzio, che avrebbero notevolmente arricchito questo quadro dell’uomo civilizzato

 

 ( Il “” Sistème analityque des connaissances positives de l’homme “”

fu scritto in piena restaurazione monarchica e religiosa. )

 

        Finisce il saggio col suo  Decalogo :

 

    L’amore per la SAGGEZZA costituisce la vera Filosofia e caratterizza eminentemente l’ Uomo che, diretto da quanto l’osservazione, l’esperienza e una meditazione abituale gli hanno fatto conoscere, non impiega nelle sue azioni se non quello che gli consigliano GIUSTIZIA e RAGIONE.

   Ciò lo porta :

1)   Ad amare comunque la verità e ad acquisire nuove conoscenze positive d’ogni genere, al fine di rettificare sempre più i suoi giudizi.

2)   A fuggire in tutto e per tutto gli estremi.

3)   A moderare i desideri e ad esercitare un saggio controllo sui bisogni non essenziali.

4)   Alla moderazione in tutte le azioni e alla soppressione di ogni affettazione.

5)   Alla conservazione delle convenienze.

6)   All’indulgenza, la tolleranza, l’umanità e la bontà verso gli altri.

7)   All’ amore del bene pubblico e di quanto è utile ai propri simili.

8)   Al disprezzo delle mollezze e ad una specie di durezza verso di sé, che lo sottrae a quella moltitudine di bisogni fittizi che osservano chi vi si abbandona .

9)   Alla rassegnazione e, se possibile, alla impassibilità morale nelle sofferenze, nei rovesci di fortuna, nelle ingiustizie, nelle oppressioni, nelle perdite, ecc., ecc.

10) Al rispetto per l’ordine, le istituzioni pubbliche, le autorità, le leggi, 

     la morale.

    

                       Era rinato   EPICURO !

 

       Tirando le conclusioni, Lamarck fu censurato in vita con le armi sottili dell’isolamento, dell’indifferenza, dell’ironia, della calunnia e addirittura con l’arma grossolana della manipolazione dei testi. Infine all’indomani della sua morte fu organizzato da Cuvier un dibattito pubblico sull’Evoluzione al solo scopo di affossarlo definitivamente

       Lamarck era troppo in anticipo sui tempi.

 

        Morti Lamarck ( 1829 ) e Cuvier ( 1832 ) si spensero gli echi dello scalpore suscitato dalla teoria del Trasformismo-Evoluzione ed in brevissimo tempo un completo e sepolcrale silenzio si depose, come una spessa coltre di polvere, sull’opera geniale di J.B.Lamarck.

       Dopo la caduta di Napoleone ( 1815 ), ritorna in Francia la Monarchia assoluta, con il solito codazzo di nobili e di preti, cioè l’ Ancien Règime, e le Libertè, Egalitè e Fraternitè vengono totalmente cancellate. Ma siccome al peggio non c’ è mai un limite, l’Illuminismo fondato sulla Ragione e la Scienza, che per l’intero 1700 aveva fatto fare all’Umanità passi veramente giganteschi verso una civiltà più giusta e più equanime, viene fatto morire per mezzo delle armi, delle galere delle polizie e dei pulpiti delle chiese.

         Sulle sue rovine nasce il Romanticismo : esso fu totalmente antitetico all’ Illuminismo. In sintesi il Romanticismo fu una teoria ideologica caratterizzata da una consapevole e sofferta attrazione per l’ignoto, il misterioso, l’indefinito, sentiti come essenza profonda della realtà. Fu perciò il ritorno all’irrazionale della Metafisica e alla cupezza della religiosità medioevale.

          Sull’altra sponda della Manica, in Gran Bretagna, nello stesso periodo storico, a cavallo quindi fra il 1700 e il 1800 il clima socio-culturale era tutto incentrato sulla ideologia del Liberismo espresso dallo slogan “” Laissez faire, laissez passer “” dottrina che propugna un sistema economico basato sulla libera concorrenza e che limita perciò la funzione dello Stato alla pura rimozione degli ostacoli che impediscono il funzionamento del MERCATO.

       Sono infatti tutti Inglesi i massimi studiosi delle leggi economiche. Sembrava che al popolo della Gran Bretagna non interessasse altro che il MERCATO, con le sue durissime e impietose leggi e l’Homo oeconomicus.

 

1)   Adam Smith ( 1723 – 1790 ) nel trattato  “” Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni “” ( 1776 ) afferma che la ricchezza delle nazioni dipende da due elementi : 1) la percentuale dei lavoratori produttivi, cioè che producono beni materiali, sul totale della popolazione e 2) la produttività del singolo lavoratore che aumenta col crescere della divisione del lavoro, ecc.,ecc. , e finisce col criticare qualsiasi intervento dello Stato se non sulla Giustizia e sulla Difesa.

 

2)   David Ricardo ( 1772 – 1823 )

Come A. Smith riteneva fondamento del valore il lavoro. Distinse il capitale fisso da quello circolante. Elaborò lo studio sulla rendita fondiaria e quello sul commercio internazionale. Grande rilievo ha anche la cosiddetta “” legge ferrea dei salari “” in base alla quale i salari tenderebbero costantemente al livello di sussistenza che in sintesi consiste nel ricompensare il lavoratore con un salario che gli permette di allevare un figlio fino a che questi non sia in grado di sostituirlo. In concreto il lavoratore a 20 anni genera un figlio che lo sostituirà a 40 anni perché morirà per malattie varie causate da scarsa alimentazione e orripilanti condizioni igieniche, e così via di 40 anni,in 40 anni, in 40 anni, ecc., ecc.

 

3) -    Thomas Malthus   ( 1766 – 1834 )

        Pastore anglicano e docente universitario di economia politica.                        

    Famoso principalmente per i suoi studi sulle popolazioni. Nel saggio “” Sul principio della popolazione “”  (1803) osservò che la crescita della popolazione avveniva in progressione geometrica mentre i mezzi di sussistenza crescevano, nel migliore dei casi, in progressione aritmetica ( ma quando mai ! ) provocando uno squilibrio dalle infauste conseguenze per l’Umanità: Individuò per tale squilibrio due generi di fattori correttivi : quelli naturali ( carestie, epidemie, guerre,  insomma la MORTE ) e quelli razionali ( controllo delle nascite , aborti, infanticidi) e continenza sessuale.

 

3)   John Stuart-Mill – ( 1805 – 1873 )

In economia politica distinse l’ambito della produzione, dominato da leggi di natura immutabili, da quello della distribuzione nel quale le leggi e le consuetudini possono perseguire una migliore distribuzione delle risorse.

 

       La Rivoluzione Industriale iniziata in Gran Bretagna nel corso del 1700, è il processo storico di diffusione del  modo di produzione capitalistico dal quale è discesa la creazione della borghesia industriale e della classe operaia.  Le condizioni sociali dei lavoratori erano veramente infernali, costretti a lavorare per salari irrisori e con orari di lavoro che andavano dall’alba al tramonto e a volte si protraevano anche per 16 ore giornaliere. Larghissimo era anche l’impiego in fabbrica delle donne e dei fanciulli dai 7 – 8 anni in su. La MORTE, come aveva constatato Maltuhs alloggiava stabilmente nelle schifose e malsane dimore delle classi inferiori.

       Per rimarcare questa infame situazione socio-economica che si è protratta dal 1700 a tutto il 1800, valgono pochi esempi.

       Jonathan Swift , insigne scrittore satirico e polemista inglese, vescovo anglicano  a Dublino, nel 1729 pubblicò un libercolo che aveva lo scopo di denunciare a tutto il mondo questo stato di cose. Lo scritto ferocemente satirico era intitolato “” Una modesta proposta  “”. Con essa Swift suggeriva ai ricchi e potenti di Inghilterra, dopo aver divorato metaforicamente i lavoratori padri, di mangiare realmente  “” tutti i bambini, fino ad una certa età, nati in famiglie che hanno effettivamente qualche difficoltà a mantenerli………….Un mio conoscente americano incontrato a Londra mi ha persuaso che un bambino ( o una bambina ) in buona salute e ben curato è a un anno di età, assolutamente delizioso, buono e nutriente, sia esso consumato arrostito, bollito, fritto, o fatto in umido, in fricassea o nel ragù  ……………. Immagino però che questo modo di nutrirsi possa apparire un po’ crudele, proprio per questo lo consiglio di cuore ai latifondisti che dopo aver divorato economicamente i genitori, possono finalmente sedersi a tavola e pasteggiarsi i figli…….

         Nel 1840 l’Irlanda contava 8 milioni di abitanti. La dieta media degli irlandesi era basata su 4 chilogrammi di patate e mezzo litro di latte al giorno. La terra non produceva cereali se non in minima quantità, ed era coltivata a patate, il latte proveniva dalle numerosissime greggi di pecore che pascolavano per le verdi vallate. La dieta era considerata sufficiente per valore calorico ( patata: 73 % acqua , 27 % carboidrati – glucosio ) e per contenuto nutritivo ( latte – proteine  e grassi )

         Nel 1845 il paese subì la catastrofe denominata la “” Grande Fame  “”. Il raccolto di patate di quell’anno venne gravemente danneggiato dal fungo Peronospora, quelli del 1846 e 1847 totalmente distrutti. La Grande Fame subentrata e le epidemie con essa associate causarono 1,5 milioni di morti. L’emigrazione verso gli Stati Uniti negli anni successivi diventò esodo, La popolazione venne ridotta in pochissimi anni a 4 milioni di malnutriti irlandesi.  Negli stessi anni i magazzini della Gran Bretagna erano stracolmi di cereali ( frumento – orzo ) ma per la durissima legge del MERCATO ( denaro contro merce, cioè la legge della domanda e dell’offerta ) lo Stato Inglese non fece alcun intervento per attenuare la catastrofe, per cui l’imperativo del Liberismo : Laissez faire, Laissez passer “” deve essere integrato con  “” Laissez mourir  “”

       A metà del secolo XIX la situazione culturale era ritornata totalmente coperta dalla teoria del FISSISMO CREAZIONISTA, gridato e salmodiato

dai pulpiti delle chiese, sia cattoliche che protestanti, insegnata e divulgata dalle cattedre scolastiche, dalle elementari alle università. La situazione socio-economica, di contro, era dominata da un ruggente capitalismo che non guardava tanto per il sottile le condizioni ambientali delle popolazioni. Le città erano nere per lo SMOG ( nebbia + fumo + fuliggine da carbone ),le acque imbevibili per inquinamento delle falde acquifere, la tubercolosi e le altre malattie galoppanti : insomma un’atmosfera plumbea e mortale aleggiava al di qua e al di là della Manica.

       Ed in questo climax ecco riemergere, come un improvviso fulmine a ciel sereno, la teoria dell’ EVOLUZIONE : il 24 – 11- 1859 usciva il saggio “” SULL’ORIGINE DELLE SPECIE “” del miliardario Charles Darwin Il ricco e solitario scienziato, poi quasi divinizzato ( riposa infatti nella basilica di Westminster accanto a   I. Newton e ad altre insigni Glorie inglesi ), nel ponderoso studio ricco di più di 500 pagine, con una nutritissima serie di esemplificazioni, espone la nuova teoria sull’EVOLUZIONE tutta incentrata sulla SELEZIONE NATURALE o SOPRAVVIVENZA DEL PIU’ ADATTO.

       I capitoli in cui è diviso il voluminoso libro, della sesta edizione del 1872 che porta poche aggiunte a quello della prima edizione del 1859, riguardano: 1) La variazione allo stato domestico; 2) La variazione allo stato di natura ; 3) La lotta per l’esistenza ; 4) Selezione naturale o sopravvivenza del più adatto ; 5) Le leggi della variazione ; 6) Difficoltà della teoria ; 7) Obiezioni varie alla teoria della Selezione naturale ; 8) Istinto ; 9) Ibridismo ; 10) Sull’imperfezione della documentazione geologica ; 11) La successione geologica degli esseri organici ; 12) Distribuzione geografica ; 13) Affinità reciproche degli esseri viventi : morfologia, embriologia, organi rudimentali ; 14) Ricapitolazione e conclusione.

       I capitoli 3) La lotta per l’esistenza  e 4)  Selezione naturale o sopravvivenza del più adatto, sono le parti fondamentali della Teoria.

       Nel 3) La lotta per l’esistenza Darwin riprende totalmente la legge di Malthus e dice che …… secondo il principio dell’aumento in progressione geometrica i discendenti di qualsiasi essere vivente diverrebbero così straordinariamente numerosi che nessun paese potrebbe bastare al loro sostentamento. quindi poiché nascono più individui di quanti ne possono sopravvivere deve necessariamente esistere una lotta per l’esistenza, fra gli individui della stessa specie , fra quelli di specie diverse e di tutti gli individui contro le condizioni fisiche della Vita. E’ questa la dottrina di Malthus applicata con maggior forza all’intero regno animale e vegetale

     Nel 4) Selezione naturale o sopravvivenza del più adatto , nel suo riassunto del lungo capitolo recita  ………… Se in condizioni mutevoli di vita gli esseri viventi presentano differenze individuali in quasi ogni parte della loro struttura, e ciò non è discutibile, se a cagione del loro aumento numerico in progressione geometrica si determina una severa lotta per la vita in qualche età, stagione o anno, e ciò certamente non può essere discusso ; allora considerando la infinita complessità delle relazioni di tutti gli esseri viventi fra di loro e, con le loro condizioni di vita, la quale fa si che un’infinita diversità di struttura, costituzione e abitudini, sia per essi vantaggiosa, sarebbe un fatto quanto mai straordinario che non avessero mai avuto luogo variazioni utili al benessere di ciascun individuo, allo stesso modo con cui hanno avuto luogo tante variazioni utili all’Uomo. Ma se mai si verificano variazioni utili ad un qualsiasi essere vivente, sicuramente gli individui così caratterizzati avranno le migliori probabilità di conservare nella lotta , e per il saldo principio dell’eredità, essi tenderanno a produrre discendenti analogamente caratterizzati. Questo principio della conservazione o sopravvivenza del più adatto l’ho denominato SELEZIONE NATURALE.    

 

       La SELEZIONE SESSUALE deve aver dato il suo aiuto alla Selezione naturale assicurando ai maschi più vigorosi e più adatti, il più gran numero di discendenti: La selezione sessuale darà  altresì  caratteri utili ai soli maschi nelle lotte o rivalità con altri maschi, e questi caratteri saranno trasmessi ad un solo sesso o a entrambi i sessi, secondo la forma di eredità prevalente.

      

       Nel 5°) capitolo -   Le leggi della variazione ( mutazione )  scrive ……

     Ho fin qui talora parlato come se le variazioni ( mutazioni ) fossero dovute al caso…… ma essa serve a riconoscere candidamente la nostra ignoranza sulla causa di ogni variazione ( mutazione ) particolare …….. porta a concludere che la variabilità ( mutazione ) è generalmente in rapporto con le condizioni di vita a cui ciascuna specie è stata esposta per diverse successive generazioni…………………….. Inoltre ogni naturalista conosce innumerevoli esempi di specie che restano le stesse, o che non variano affatto sebbene viventi nei climi più opposti. Considerazioni come queste mi inducono ad attribuire minor peso all’azione diretta delle condizioni ambientali, che ad una tendenza a variare ( mutare ) dovuta a cause che ignoriamo completamente.

       In un certo senso si può dire che le condizioni di vita non soltanto causano la variabilità ( mutazione ) o direttamente o indirettamente, ma altresì includono la selezione naturale poiché le condizioni determinano se questa o quella varietà sopravviverà.

     

 Alla fine del lunghissimo saggio Darwin però sembra ricadere nella trappola del CREAZIONISMO. Ecco come termina.

 

      E’ interessante contemplare una plaga lussureggiante, rivestita da molte piante di molti tipi, con uccelli che cantano nei cespugli, con vari insetti che ronzano intorno e con vermi che strisciano attraverso il terreno nudo, e pensare che tutte queste forme così elaboratemene costruite, così differenti l’una dall’altra, e dipendenti l’una dall’altra in maniera così complessa, sono state prodotte da leggi che agiscono intorno a noi. Queste leggi, nel loro più ampio significato, sono la legge dell’accrescimento con riproduzione, l’eredità che è quasi implicita nella riproduzione, la variabilità per l’azione diretta e indiretta delle condizioni di vita, e dell’uso  e non uso, il ritmo di accrescimento così alto da condurre a una lotta per l’esistenza e conseguentemente alla selezione naturale, che comporta la divergenza dei caratteri e l’estinzione delle forme meno migliorate. Così,  dalla guerra della natura, dalla carestia e dalla morte, direttamente deriva il più elevato oggetto che si possa concepire, cioè la produzione degli animali superiori: Vi è qualcosa di grandioso in questa concezione della vita, con i suoi diversi poteri, originariamente impressi dal CREATORE in poche forme, o in una forma sola, e nel fatto che mentre il nostro pianeta ha continuato a ruotare secondo l’immutabile legge della gravità, da un così semplice inizio innumerevoli forme, bellissime e meravigliose si sono evolute e continuano ad evolversi.

 

 Tirando le somme, l’EVOLUZIONE di Darwin poggia dunque su tre basi che lui stesso indica in :

        1°) Lotta per la vita –

        2°) Selezione naturale o sopravvivenza del più adatto –

        3°) Variabilità ( in senso moderno Mutazione )

         

   ma il secondo perno Selezione naturale è un poetico eufemismo del più concreto termine MORTE.

        Quindi a parte il fatto veramente encomiabile di aver riesumato la teoria dell’ EVOLUZIONE e di aver combattuto gli Dei ed il loro FISSISMO, rimane il fatto che il mondo sul quale Darwin poggia la sua teoria è totalmente impostato sul CAOS ( in natura si genera di tutto), sul CASO ( proprio dal Caos e dal caso nascono le variabilità), sulla MORTE che lui ripropone per centinaia di volte sotto le mentite spoglie di  selezione naturale. Insomma nel suo saggio è rappresentata in pieno l’essenza della spietata società inglese del tempo.

       In sintesi un vero inferno vivente dove regnano incontrastate le forze della  crudeltà, della spietatezza e della MORTE:

 

     BEL MONDO,   DARWIN  !!!!!!         ALLELUIA  !!

 

      Prima di proseguire l’analisi sulla EVOLUZIONE  occorre mettere in chiaro, come premessa, il concetto di SPECIE, quello di SPECIAZIONE e quello di MUTAZIONE.

 

   SPECIE – Insieme di individui affini per caratteri e per patrimonio genetico, che vivono in ambienti simili e si possono incrociare liberamente dando origine a prole fertile.

 

   SPECIAZIONE – Processo evolutivo che, a partire da una specie, porta alla formazione di due o più specie diverse. Alla sua base sono l’accumulazione di mutazioni del patrimonio genetico e la segregazione geografica o comportamentale di una popolazione, che conduce allo sviluppo di caratteri sufficientemente diversi da impedire la produzione di ibridi fecondi con quella parte di popolazione da cui è rimasta segregata, anche dopo l’abbattimento delle barriere.

        Mediamente il processo di speciazione dura un milione di anni.

 

    MUTAZIONE -  Un cambiamento di natura discontinua casuale che produce un effetto genetico.

 

        Visto che il processo di creazione di nuove specie ( Speciazione ) dura mediamente un milione di anni e che quindi nessun scienziato può verificare qual è la molla biologica che ne determina la spiegazione e la direzione, le due teorie di Lamarck e di Darwin sono in verità  ipotesi, congetture del tutto personali non suffragate da prove di alcun genere.

        Per la Scienza ciò che non è sperimentabile o riproducibile ( Bacone, Galilei ) rimane un fatto inquadrabile nella Metafisica, nel senso di concezione o ragionamento astruso, astratto, fuori quindi dal mondo reale.

        Ed ora in estrema sintesi le due contrastanti teorie sull’Evoluzione degli esseri viventi :

LAMARCK -  Trasmissibilità dei caratteri acquisiti –

DARWIN     -  Selezione naturale ( morte ) o sopravvivenza del più adatto   

                         e lotta per l’esistenza.

 

         Per Lamarck l’ Evoluzione è una forza attiva, generata in difesa dell’esistenza di tutta la specie e tende ad eliminare gli effetti negativi e ad aumentare quelli positivi dell’esistenza. Il successo della trasformazione o evoluzione quindi si misura a livello di organizzazione efficace del corpo dell’animale, o vegetale, in un dato ambiente.

        In definitiva, parafrasando l’ attività umana, anche per la Specie  “” la necessità aguzza l’ingegno “”

        Il nodo della questione sta proprio tutto lì nel binomio necessità – capacità o volontà di reagire.

        Pare impossibile che la Specie, che può essere composta da migliaia a milioni di individui, possa comportarsi come un tutt’uno, come fanno gli insetti sociali tipo termiti, formiche, api, vespe. Invece è proprio la SPECIE il soggetto portatore della capacità di pensare e di agire, cioè di esprimere intelligenza, che è l’insieme delle capacità che rendono possibile un adattamento attivo alle modificazioni dell’ambiente e la risoluzione di problemi lontani nello spazio e nel tempo. ( Adesso si sa ma nel 1800 non si poteva sapere che è attraverso il codice genetico ( DNA ) nel quale è codificata tutta la memoria della Specie, che la stessa specie rimane un tutt’uno nel tempo e nello spazio ).

        La Giraffa, che è l’esempio citato da Lamarck, per arrivare a brucare le foglie degli alberi più alti ha dovuto riassemblare tutto il proprio corpo e non soltanto allungare il collo. Attualmente la specie giraffa, mammifero artiodattile ruminante, è formata da individui alti fino a 5 metri, con collo lunghissimo fino a 2 metri, con relativa muscolatura robustissima, con arti anteriori molto più lunghi di quelli posteriori per aumentare l’effetto altezza. Le 7 vertebre cervicali poi non sono aumentate ma sono rimaste 7, però enormemente ingrossate come enormemente ingrossati e allungati i muscoli e l’apparato circolatorio del collo e della testa. Una ristrutturazione generale dunque dell’animale : organi interni, riposizionamento delle ossa e dei muscoli, riordinamento dell’apparato genitale femminile con gestazione tutta spostata in avanti, spostamento del baricentro anche questo in avanti verso gli arti anteriori, ecc., ecc.. E tutto questo in pochi milioni di anni e poche migliaia di individui viventi contemporaneamente.

           Gli esempi che potrebbero essere avanzati per far capire meglio l’assunto di Lamarck, potrebbero essere tutti i 3 milioni di specie animali e 500 mila  di specie vegetali, ma sarà limitato ad un altro paio particolarmente significativi.

        Il Formichiere, mammifero che fa parte della famiglia degli Sdentati. Lungo fino a 2 metri, si nutre esclusivamente di termiti e formiche. Muso molto appuntito e lunga lingua filiforme, retrattile e appiccicosa che introduce nei formicai e termitai. Dotato di robustissimi artigli che gli servono per demolire i “” grattacieli “” delle formiche. Apparato digerente in grado di digerire e assimilare l’elevata tossicità dell ‘ acido formico. Quindi ristrutturazione totale della testa, con abbandono totale dei denti, del collo e degli arti, dell’apparato digerente e di tutta l’attività metabolico-enzimatica del fegato.

        Anche in questo esempio sono occorsi pochi milioni di anni e poche migliaia di individui viventi contemporaneamente.

 

        L’Uomo ha acquisito il suo cervello con un  rapidissimo ed esplosivo processo evolutivo.  I primi ominidi di 30 milioni  di anni fa avrebbero avuto un cervello di 300-400 cc, paragonabile a quello di un neonato attuale. Da allora e fino ad un milione circa di anni fa, la capacità cranica sarebbe aumentata del doppio raggiungendo un valore medio di 600 – 800 cc. corrispondente allo stadio di Australopithecus. Quindi in periodo di 29 milioni di anni il volume cerebrale è raddoppiato come anche del doppio è aumentato il volume corporeo. Ma poi in soltanto mezzo milione di anni le dimensioni del cervello sono di nuovo più che raddoppiate da 600 – 800 cc  ai 1400 – 1700 cc. raggiunti dall’ Homo sapiens, mentre le dimensioni corporee sono rimaste all’incirca le stesse di prima. Una evoluzione a dir poco immensa in poco più di 500 mila anni e in una massa di individui valutabile in 20.000 – 30.000 viventi contemporaneamente.

         Il maggior accrescimento cerebrale è avvenuto a livello dei lobi  temporali che contengono, quello di sinistra, i centri del linguaggio e particolarmente dei lobi frontali che controllano il pensiero astratto.

        Una ristrutturazione generale delle ossa della testa, delle circonvoluzioni cerebrali, e dell’apparato circolatorio, ma anche una contemporanea ristrutturazione dell’apparto genitale femminile che al momento del parto deve fare passare per il canale vaginale una testa raddoppiata.

 

         La teoria di Darwin invece è tutta basata sulla totale inerzia degli individui che compongono le varie specie. La casualità assoluta delle variazioni – mutazioni domina i corpi. Ci pensa poi la Morte ad eliminare quelli che non hanno subito mutazioni utili, oppure che non  sono per nulla variati in presenza di mutate condizioni ambientali. Secondo Darwin quindi, da un erbivoro ruminante artiodattilo del genere camelopardo, che brucava le foglie degli arbusti e degli alberi bassi, per effetto di  migliaia di mutazioni casuali continue e la presenza di una piallatura ininterrotta di morti, si è realizzata, ripeto, per puro caso, l’odierno animale denominato  Giraffa.

         Elefante – Proboscide, lunga appendice muscolosa e prensile, formata dalla fusione del labbro superiore con il naso.

         Secondo Darwin le mutazioni casuali si sono verificate sempre lì sul labbro-naso.

         Secondo Lamarck le trasformazioni si sono realizzate proprio lì perché serviva un organo prensile in grado di strappare i rami con tutte le foglie attaccate.

 

      In definitiva c’è proprio un abisso biologico fra il  SUBIRE la Mutazione di Darwin ed il VOLERE la Trasformazione di Lamarck.

 

      Per Darwin le specie si evolvono casualmente in presenza della forza rimodellatrice e piallatrice della MORTE.

     

Per Lamarck le specie si trasformano per effetto della volontà in difesa della VITA.

 

 

 

 

 

Mantova  11 Dicembre 2004                   

 

                                                                   Mario Biancoli