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LA VISITA DI SCALFARO

Mantova ha due facce, una fischia, l' altra applaude

 

 

LA VISITA DI SCALFARO Mantova ha due facce, una fischia, l' altra applaude DAL NOSTRO INVIATO MANTOVA - Quante Mantove, ieri, si sono date l' appuntamento, in strada o nei Palazzi, per la visita di Scalfaro. Quella ufficiale e quella contestatrice; quella che si riconosce nella storia risorgimenale e quella che cavalca la secessione; quella delle associazioni e dei sindacati "regolari" e quella dei Cobas. Il Comune dell' Ulivo e la Provincia del Carroccio sono l' emblema delle contraddizioni. Pero' c' e' stata la calorosa stretta di mano fra Scalfaro e il presidende della Provincia Boni: la realta' e' sempre piu' complessa degli schemi. Per esempio. Mentre i rappresentanti del mondo agricolo si proclamavano soddisfatti dell' attenzione dal capo dello Stato verso il loro documento sui problemi delle quote latte, il sindacato di lotta degli allevatori, pur respingendo "strumentalizzazioni politiche", inalberava in piazza a simbolo della protesta una mucca di cartapesta piu' cartelli al veleno alla faccia del sottosegretario Borroni, mantovano doc e ieri fra gli accompagnatori di Scalfaro. "Dallo Stato che comunica le quote latte con un anno e mezzo di ritardo ci sentiamo traditi - ha detto Alberto Gandolfi a nome dei 600 imprenditori aerenti al Cobas varde -. Il 60 per cento delle nostre aziende dovra' pagare salatissime multe. Sa che cosa significa?". "Significa chiudere la stalla - interviene Giuliano Geretto, che e' pero' di fede leghista -. Io ho venduto tutti i miei 45 capi e adesso lavoro in nero. Cosi' metto tutto in tasca". I commercianti. Minacciavano saracinesca selvaggia contro l' isola pedonale varata per Scalfaro (come la nuova pavimentazione di tre strade). Non e' successo niente e i rappresentanti della categoria sono andati all' incontro ufficiale. "Il sindaco si e' affrettato ad accogliere le nostre richieste - spiega il presidente dell' Unione commecio Franco Freddi -. Non siamo contrari all' isola, anzi. Pero' deve essere resa piu' elastica e servita da parcheggi. Ebbene, le ruspe per predisporre nuovi spazi di sosta sono gia' al lavoro e una commissione riesaminera' l' intera strategia". Ma il commerciante Adriano Cattaneo, che e' anche consigliere comunale leghista, e' riuscito a dividersi come sant' Antonio: in Comune per salutare Scalfaro e giu' in piazza con gli uomini del Carroccio per contestare la visita: "L' isola e' solo il primo passo di un progetto piu' ampio che vuole spostare in periferia il baricentro commerciale. E dietro preme la sinistra degli affari". In Prefettura dei sei sindaci lumbard eletti nel Mantovano tre erano presenti ai saluti di rito. Senza il tricolore. Enzo Fozzato, di Ceresole, fazzoletto verde, e' poi subito sceso per unirsi ai leghisti con gli striscioni sulla "Padania libera": "Alle cerimonie borboniche la citta' resta indifferente. Dove sono le bandiere?". Davanti al Bibiena l' uscita di Scalfaro era attesa da un' altra pattuglia leghista con fischietti, cui intanto teneva lezione il maestro Luigi Bergamini: "Chi ha fatto il Risorgimento? I massoni. Alla loggia erano iscritti tutti, da Garibaldi a Cavour. E gli archivi rivelano che gli odiati austriaci ci lasciavano ampie autonomie. Gli oppressori sono venuti dopo". Ma a Mantova e' nato il Miu, Movimento Italia unita, e a scuola molti insegnanti hanno parlato dell' Unita' . Alle rimostranze dei lumbard contro Scalfaro gli scolari hanno reagito agitando bandierine tricolori. Fischi e applausi, quante Mantove diverse.

Biglia Andrea
 

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(8 dicembre 1996) - Corriere della Sera